F.A.Q

FAQ: GLI APPROFONDIMENTI GIURIDICI

Per rispondere alle tante domande che sorgono sui vari aspetti giuridici relativi alla vita associativa di un Ente del Terzo Settore, il CSV VDA – ODV offre approfondimenti giuridici su specifici argomenti a cura del consulente legale con cadenza periodica.

Chi fosse interessato può richiederli all’indirizzo e-mail consulenza@csv.vda.it.

Che cos’è la quota associativa? A quanto deve ammontare? La quota associativa è obbligatoria? Si diventa associati solo quando si è pagata la quota sociale? In nessun articolo del Codice del Terzo settore, né nel Codice civile, si afferma a chiare lettere il principio dell’obbligatorietà del versamento della quota associativa da parte degli associati. Da dove si evincerebbe dunque?

Se un associato non paga la quota associativa posso/devo escluderlo dall’associazione?

Quando si perde la qualifica di associato?

E’ possibile far parte di un’associazione solo temporaneamente?

La riforma del Terzo settore ha definitivamente confermato l’obbligatorietà della tenuta dei libri sociali. Tra questi il libro soci è quello che richiede un continuo aggiornamento soprattutto rispetto all’entrata e all’uscita degli associati nella base sociale. L’ammissione e la decadenza da socio devono avvenire con procedure specifiche e corrette. 

Quali sono i poteri e i compiti del Presidente di un’associazione? Il Presidente può prendere decisioni senza informare il Consiglio direttivo? A chi spetta in concreto gestire un’associazione?

Abbiamo provato a rispondere ai dubbi che le associazioni ci hanno posto in merito alle competenze del Presidente. Spesso gli enti del terzo settore non sanno come conciliare responsabilità e compiti dei diversi amministratori. 

 

Chi risponde dei danni causati dal volontario nell’esercizio della propria attività? Come può un’associazione evitare di rispondere con il proprio patrimonio per i danni causati dai volontari? Il Codice del Terzo settore prevede anche un obbligo assicurativo per gli amministratori degli ETS?

Sappiamo che l’assicurazione è elemento essenziale di un ente del terzo settore che si avvale delle prestazioni personali, volontarie e gratuite di volontari. Ma cosa sappiamo delle responsabilità dei singoli volontari e degli amministratori di un ETS in caso di danni?

Con quali modalità deve essere convocata l’Assemblea degli associati negli ETS? È sempre necessario effettuare la prima e la seconda convocazione? E come deve essere accertata la presenza dei singoli associati in Assemblea?

Siamo abituati a convocare e a realizzare le assemblee dei soci, ma non sempre abbiamo chiare le regole precise del loro funzionamento. La normativa del Terzo settore spesso e volentieri richiama le disposizioni del Codice Civile in materia societaria che, anche in questo caso, ci possono aiutare a capire come fare la cosa giusta.

Un amministratore di un ETS o, più in generale, di un ente no profit, può rivestire anche una carica politica, oppure sussiste incompatibilità tra i due incarichi? Si può essere allo stesso tempo amministratori comunali (sindaco, consigliere) e Presidente o membro del Consiglio Direttivo della pro loco dello stesso Comune?

Il Codice del terzo settore non prevede espressamente alcuna causa di incompatibilità tra la carica di amministratore di un ETS ed eventuali cariche politiche. Si limita a disciplinare l’ipotesi di atto compiuto dall’amministratore in conflitto di interessi con l’ente da lui stesso amministrato quindi a stabilire che, qualora l’amministratore di un ETS approfitti della propria posizione per acquisire per sé o altri vantaggi indebiti, ne risponderà di fronte ai soci e all’associazione stessa, sempre che tale atto abbia cagionato un danno all’Ente.

Allora come ci si deve comportare?

Gli amministratori di un ETS possono percepire un compenso per l’attività istituzionale svolta a favore dell’Ente cui appartengono? E quelli di un’ODV? Gli enti che non rientrano nel novero del Terzo settore, e che quindi non avranno la qualifica di ETS, possono corrispondere un compenso ai propri amministratori?

Il carattere aperto delle associazioni e il cosiddetto principio della “porta aperta” obbligano l’ente del Terzo Settore ad ammettere il candidato socio incondizionatamente?  I requisiti di ammissione degli associati devono necessariamente essere declinati nell’ambito delle norme statutarie?

Perché il requisito del possesso di un determinato titolo di studio non deve essere un elemento discriminante per l’ammissione di un nuovo socio? Lo sapete che gli stranieri, pur non possedendo la cittadinanza italiana, possono beneficiare di tutti i diritti civili e sociali e, di conseguenza, anche del diritto di libera associazione? Se l’aspirante socio ha procedimenti penali in corso può comunque essere ammesso in qualità di socio di un ETS?

In tema di deliberazioni assembleari aventi ad oggetto la responsabilità dei membri del Consiglio Direttivo, l’art. 21 – Deliberazioni dell’assemblea del Codice Civile informa che “Nelle deliberazioni – della Assemblea dei Soci – (…) che riguardano la loro responsabilità, gli amministratori non hanno diritto di voto.”

Significa quindi che i membri del Consiglio direttivo durante l’assemblea di approvazione del bilancio non possono voltare? Quali sono le funzioni, le competenze e i doveri degli amministratori? Che responsabilità hanno?

A chi si applica la normativa in materia di trattamento e protezione dei dati personali (privacy)? Quali dati vengono trattati dagli enti del terzo settore ed a quali categorie appartengono?  Quale qualifica assumono gli ETS rispetto ai dati personali trattati?  Gli ETS sono tenuti ad ottenere il consenso degli interessati per poter trattare i loro dati personali?

La disciplina sulla gestione dei dati è ostica e complessa. È un onere gravoso per gli ETS però capire alcune questioni legate alla privacy è importante.

Con l’avv. Medori abbiamo provato a dare alcune risposte a semplici domande. 

 

È risaputo che la procedura per l’ammissione e la registrazione dei nuovi associati nell’associazione, per essere valida, deve seguire regole precise e rispondenti ad un elevato grado di chiarezza, trattandosi di un passaggio fondamentale per l’Ente. Ma ci si chiede: le disposizioni dell’articolo 23 del CTS hanno natura derogabile? È possibile possibile delegare la “decisione” in ordine alla ammissione dei nuovi associati ad uno dei membri del Consiglio Direttivo? E se lo è, è necessario che sia esplicitamente indicato in Statuto? Deve esserci una specifica delega da parte del Consiglio direttivo?

Nelle associazioni lo status di socio o associato è spesso confuso e/o accomunato con quello di tesserato o iscritto, derivandone conseguenze per la corretta gestione degli enti.

In realtà, le suddette qualifiche presentano profonde differenze dettagliate nel nuovo approfondimento giuridico dell’Avv. Masi. 

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